APPUNTI SULL’ALLORO

Mostra della Minerva 2022, conversazioni in villa.
Qualche breve cenno, in forma di appunti, sulle caratteristiche e gli usi dell’alloro, per coloro che hanno partecipato alla conversazione in villa alla mostra della Minerva lo scorso venerdì e per tutti i curiosi.
In fondo qualche curiosità tratta da alcuni antichi erbari.
Caratteristiche botaniche:
Laurus nobilis L., alloro o lauro, famiglia delle lauraceae (la stessa del canforo e della cannella), piccolo albero dioico (presenta fiori maschili e fiori femminili su due piante diverse), spontaneo nella regione mediterranea, spesso coltivato come pianta ornamentale. Le foglie alterne, persistenti, sono ellittico lanceolate, attenuate alla base, coriacee, leggermente ondulate sui margini. Hanno odore aromatico avvertibile dopo lo sfregamento della lamina ed un sapore un po’amaro. Fiori giallo verdastri, il frutto è una drupa ovoide di colore scuro violaceo-nero, nerastra a maturità, contenente un solo seme. Fiorisce in primavera in questo periodo, aprile, i frutti maturano in autunno, si raccolgono tra ottobre e novembre.
La droga
La droga è costituita dalle foglie e dalle drupe. Dalle foglie per idrodistillazione in corrente di vapore si ottiene un olio essenziale il cui principale costituente è il cineolo ma la cui composizione è variabile rispetto l’origine geografica. Le foglie contengono anche lattoni sesquiterpenici ed alcaloidi isochinolinici (reticulina, artemorina) a struttura simile a quella del boldo, tannini. Il frutto ha un mesocarpo (parta intermedia del frutto che comunemente chiamiamo polpa) oleoso dal quale si ottiene il burro di alloro (olio di alloro) solido a temperatura ambiente.
Le foglie si raccolgono tutto l’anno le migliori sono quelle raccolte in estate tra luglio e agosto (tempo balsamico).
I frutti si raccolgono a maturazione tra ottobre e novembre.
Le foglie si utilizzano principalmente fresche.
Principale metodo di conservazione è l’essicazione all’ombra o in stufa (bacche).
Fitocomplesso
Alloro, così come tutte le piante, contiene innumerevoli componenti chimici che costituiscono il cosiddetto fitocomplesso risultante dalla naturale combinazione di quello che viene ritenuto il principio attivo (o i princìpi attivi) con altre sostanze, terapeuticamente considerate inattive o con attività di natura diversa, che globalmente conferiscono alla pianta le specifiche proprietà terapeutiche per cui viene utilizzata.
Proprietà
Aromatizzante, uso principale. In cucina si usa molto per le carni. Fa anche da conservante per la presenza dell’olio essenziale ad attività antibatterica (e non solo).
Digestive, aperitive, carminative, stomachiche, stimola l’appetito.
Azione secondarie: bechico (contro la tosse), sudorifero.
Azione sedativa, calmante (anche in aromaterapia)
Blanda azione antireumatica (uso esterno, oleolito delle bacche, oleolito delle foglie)
Indicazioni
Digestione lenta, gonfiore addominale, mal di stomaco, flatulenza, eruttazioni, inappetenza.
Tosse.
Agitazione, nervosismo, insonnia, mal di testa
Antidolorifico (uso esterno, in forma di oleolito)
Preparazioni tradizionali
Foglie e drupe essiccate (il principale utilizzo è quello della tisana).
Olio essenziale mediante distillazione in corrente di vapore
Olio fisso (si ottiene dal mesocarpo è ricco di acidi grassi polinsaturi, solido a temperatura ambiente).
Oleolito (macerazione delle bacche o delle foglie in olio base).
Tintura (macerazione delle foglie in soluzione idroalcolica)
Cenni sugli usi popolari del passato:
“Le bacche seccate si davano nella vecchia medicina, in polvere, nella birra calda, per eccitare il sudore e contro le idropisie. La polvere, ottenuta dalle bacche disseccate, con la macinazione, si dà in alcuni luoghi, alla dose di uno o due cucchiai da caffè contro l’influenza, i raffreddori e si dice efficacissima”.
“Contro i sudori estivi abbondanti dei piedi, e contro i concomitante eritema erisipelaceo, è utilissimo il decotto saturo di queste bacche schiacciate, in forma di pediluvio…”
“Il famoso rimedio specifico contro l’alopecia si compone di olio di garofani (1 parte), spirito di lavanda ed etere solforico (due parti ciascuno) in cui si fanno digerire le foglie del lauro.”
“Esternamente la polvere delle foglie si asperge sulle ulcere torpide”.
“L’olio, usato, all’esterno, come calmante, tonico, risolutivo in linimenti, nel reumatismo cronico, nelle paralisi, negli ingorghi delle articolazioni senza dolore, nelle infiltrazioni o ingorghi ghiandolari e dall’interno come carminativo e stimolante.”
(Giuseppe Antonelli 1941)
“Le bacche peste e bevute col vino giovano ai morsi degli scorpioni: la scorza della radice bevuta con vino rompe la pietra e le renelle, le caccia fuori, giova ai fegatosi. Sette bacche di lauro inghiottite dalle donne gravide, quando sono vicine al parto, fanno facile e felicemente partorire…”.
“Il succo delle frondi sana i morsi delle api, delle vespe, degli scorpioni…”.
“Le foglie del lauro conservano i fichi secchi…”
(Castore Durante, 1585)
Simona Otranto
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